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I disturbi depressivi

"Più in alto della realtà si trova la possibilità" Heidegger

Diagnosi nosografico-descrittiva

Parlare di depressione, seguendo le diagnosi indicate nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, APA, 2014) può voler dire riferirsi a specifici disturbi depressivi elencati di seguito.

Episodio depressivo maggiore

All’interno del gruppo dei disturbi depressivi possono insorgere singoli episodi di alterazione del tono dell’umore e l’accertamento dell’insorgenza di tali episodi nel tempo è estremamente rilevante ai fini diagnostici. Quindi, ad esempio, quando si parla di depressione potrebbe trattarsi di un episodio depressivo maggiore che è caratterizzato dalla presenza – durante e per almeno un periodo di due settimane – di almeno cinque dei seguenti sintomi (di cui necessari uno dei primi due è necessario per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore):

  1. umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come riportato dall’individuo o come osservato dagli altri);
  2. marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni;
  3. significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito;
  4. insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni;
  5. agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni;
  6. faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni;
  7. sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati, quasi tutti i giorni
  8. ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni;
  9. pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o un piano specifico per commettere suicidio

Per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore, i sintomi devono recare un disagio significativo o una compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. L’episodio di alterazione dell’umore, inoltre, non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica generale. La durata media di un episodio depressivo maggiore può durare da 6 mesi a un anno, a seconda della gravità (Blaney & Millon, 2009).

Disturbo Depressivo Maggiore

In termini di disturbi, il corrispettivo dell’episodio depressivo maggiore è quel tipo di depressione che in letteratura viene definita Disturbo Depressivo Maggiore. Per fare diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore deve essere presente nella storia dell’individuo almeno un episodio depressivo maggiore e devono essere esclusi in anamnesi episodi maniacali o ipomaniacali. In caso contrario si parla di Disturbo Bipolare.

Nel formulare diagnosi di depressione maggiore è fondamentale tenere presente che periodi di tristezza e irritabilità sono aspetti inerenti all’esperienza umana e sono fisiologici. Sentirsi molto tristi e privi di energia, avere sentimenti di vuoto, sentire di aver perso ogni interesse dopo aver perso una persona cara (es. separazione, divorzio, lutto) è una reazione naturale, coerente con l’esperienza che stiamo vivendo e, nella maggior parte dei casi, transitoria. Tali periodi non dovrebbero pertanto essere diagnosticati come depressione a meno che i criteri non siano soddisfatti per gravità, durata e disagio clinico; sono inoltre frequenti quadri clinici di depressione lieve che potremmo definire sotto-soglia, in cui cioè sono presenti alcuni dei sintomi della depressione, ma per durata, intensità o quantità della sintomatologia non vengono soddisfatti i criteri di alcun disturbo.

Disturbo Depressivo Persistente (distimia)

In tal caso l’umore deflesso è presente quasi ogni giorno  per almeno 2 anni. Nel caso del Disturbo Depressivo Persistente sono presenti in concomitanza all’umore depresso almeno 2 dei seguenti sintomi: scarso appetito o iperfagia, insonnia o ipersonnia, astenia, bassa autostima, difficolta’ di concentrazione o nel prendere decisioni, sentimenti di disperazione. In questo caso non vi sono pensieri di morte, ma nella persona prevalgono sensazioni di debolezza e inefficacia, pensieri negativi su se stessi e sul proprio futuro, bassa autostima, difficolta nel provare piacere e nell’affrontare le difficoltà nella propria quotidianità.

Disturbo disforico premestruale

Per diagnosticare il Disturbo disforico premestruale è necessario che nella maggior parte dei cicli mestruali siano presenti almeno 5 sintomi nella settimana precedente le mestruazioni (tali sintomi iniziano a migliorare entro pochi giorni dall’insorgenza delle mestruazioni e si riducono al minimo o scompaiono nella settimana successiva alle mestruazioni). Tra i sintomi tipici di questa tipologia di Disturbo depressivo disforico legato al ciclo mestruale ritroviamo: marcata labilità affettiva (per esempio, sbalzi di umore, sentirsi improvvisamente tristi o tendenti al pianto, etc); marcata irritabilità o rabbia oppure aumento dei conflitti interpersonali; umore marcatamente depresso, sentimenti di disperazione o pensieri autocritici; ansia, tensione e/o sentirsi con i nervi a fior di pelle; difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni; sentimenti di disperazione.

Depressione dovuta a condizioni medico-farmacologiche

Inoltre, vi possono essere alcune forme di depressione che sono di fatto la conseguenza dell’assunzione di sostanze o di farmaci, oppure che sono legate ad altre condizioni mediche e che possono presentare sintomatologia simile agli altri disturbi depressivi, ma la cui eziologia e insorgenza è chiaramente legata a specifiche condizioni medico-farmacologiche o all’abuso di sostanze.

 

Diagnosi esplicativa

Seguendo una visione fenomenologica della depressione ci si rifà alla definizione di Jaspers sulla melanconia. Quest’ultimo descrive la melanconia come un’alterazione dello stile esperienziale che porta la persona ad una limitazione delle possibilità d’azione con sentimenti di tristezza e angoscia. L’isolamento deriva dalla consapevolezza che niente e nessuno può cambiare lo stato delle cose.

Esistono diversi tipi di depressione che differiscono sulla base di quanto la persona chieda aiuto o meno.

Si parla di depressione Inward nel caso in cui la persona manifesta agli altri la propria sofferenza al fine di ottenere un aiuto esterno. La tristezza e la rabbia sono le modalità basiche delle persone depresse di sentirsi emotivamente situati. Di frequente tali persone provano anche ansia e vergogna perchè si sentono inadeguati a livello personale. La solitudine, l’impossibilità di cambiamento e l’inadeguatezza sono le modalità in cui spesso si raccontano le persone depresse.

D’altro canto la depressione outward è caratterizzata dalla mancanza di richiesta di aiuto all’esterno. Succede quando si ha un brusco cambiamento dello status sociale, si pensi ad un improvviso licenziamento o alla pensione. Quelle situazioni in cui la propria immagine cambia agli occhi degli altri. 

 

Obiettivi della psicoterapia

L’obiettivo primario è quello di rispondere alla domanda del paziente e spesso coincide con la necessità di ridurre uno o più sintomi di vario genere. Per questo, alla fine dei primi colloqui, si procede insieme al paziente alla rifigurazione di sé. La rifigurazione ha l’obiettivo di modificare il senso di un’esistenza o di parti di essa per arrivare a una trasformazione dei modi di essere-nel-mondo e con-gli altri della persona. Presto la sintomatologia acquisisce un significato e comincia a regredire. Inoltre, questo processo fa in modo che il/la paziente cominci a sentire la possibilità di progettarsi verso differenti e nuovi orizzonti d’attesa (progetti), in accordo con la storia di sé. Soltanto durante il percorso terapeutico gli orizzonti d’attesa maggiormente identitari iniziano ad essere percorsi e l’intera storia di vita di sé diventa sempre più coerente con i nuovi progetti esistenziali. Attraverso la rifigurazione il/la paziente avverte la possibilità di “esistere altrimenti”. Questo conduce il/la paziente ad una trasformazione di sé attraverso un riposizionamento secondo modi di essere maggiormente identitari (Liccione, 2016).
 
Per prenotare un primo colloquio contattare la dott.ssa Valeria Bleggi al numero 3494531618 oppure visitare la pagina Contatti.
 

 

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC (trad. it. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione, Raffaello Cortina, Milano, 2014).

Jaspers, K. (2009). Psicopatologia generale. Roma: Il Pensiero Scientifico.

Liccione, D. (2011). Psicoterapia cognitiva neuropsicologica. Torino: Bollati Boringhieri.

 

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